Isabella Andreini:
Isabella Andreini |
Isabella Andreini Canali:
Nata a Padova, 1562 morta a Lione, Francia i 10 giugno 1604) è stata un'attrice teatrale, scrittrice e poetessa italiana. Suo figlio era l'attore Giovan Battista Andreini.
Ricordata da molti contemporanei per il fascino e il talento scenico, fu artista molto nota e significativa nel panorama europeo. Insieme al marito Francesco Andreini fece parte della Compagnia dei Comici gelosi, che nel 1589 fu invitata al matrimonio tra Ferdinando I de' Medici e Cristina di Lorena, svoltosi a Firenze: la Compagnia rappresentò la sua "Pazzia d'Isabella", e grande fu il successo della Andreini nella parte della protagonista.
Nata a Padova da un tal Paolo Canali, nulla si sa della sua infanzia e adolescenza, fino a quando, nel 1576 o 1577, entrò a far parte della compagnia teatrale di Bologna detta dei «Comici Gelosi», della quale faceva parte il pistoiese Francesco Cerracchi, in arte Francesco Andreini, nato nel 1547, che ella sposò nel 1578.
Nata a Padova, 1562 morta a Lione, Francia i 10 giugno 1604) è stata un'attrice teatrale, scrittrice e poetessa italiana. Suo figlio era l'attore Giovan Battista Andreini.
Ricordata da molti contemporanei per il fascino e il talento scenico, fu artista molto nota e significativa nel panorama europeo. Insieme al marito Francesco Andreini fece parte della Compagnia dei Comici gelosi, che nel 1589 fu invitata al matrimonio tra Ferdinando I de' Medici e Cristina di Lorena, svoltosi a Firenze: la Compagnia rappresentò la sua "Pazzia d'Isabella", e grande fu il successo della Andreini nella parte della protagonista.
Presunto ritratto di Isabella Andreini di Paolo Veronesi 1885-1888 circa portrait la-donna col cane nel museo thyssen |
Nata a Padova da un tal Paolo Canali, nulla si sa della sua infanzia e adolescenza, fino a quando, nel 1576 o 1577, entrò a far parte della compagnia teatrale di Bologna detta dei «Comici Gelosi», della quale faceva parte il pistoiese Francesco Cerracchi, in arte Francesco Andreini, nato nel 1547, che ella sposò nel 1578.
Quella compagnia utilizzava la pratica teatrale della Commedia dell'Arte: nessun
testo scritto, ma un canovaccio, un soggetto di massima che veniva riempito
dalle improvvisazioni degli attori che interpretavano personaggi codificati
dalla tradizione - la serva astuta, il pedante, il ricco gabbato, gli amorosi -
con un repertorio ampiamente sfruttato di situazioni comiche, a volte oscene,
nel quale era essenziale la capacità di ogni attore di essere in sintonia con
ogni altro, di sincronizzare la propria improvvisazione con quella appena
proposta dal compagno recitante.
La compagnia dei Gelosi, per la loro elevata professionalità, va tenuta distinta, insieme con altre - per esempio quelle dei Fedeli, degli Accesi, dei Confidenti, dei Desiosi - dalle numerose compagnie di saltimbanchi che improvvisavano i loro spettacoli nelle piazze dei mercati o nelle osterie. Nel 1571 aveva recitato in Francia davanti a Carlo IX, nel 1572 aveva presentato eccezionalmente un testo d'autore come l'Aminta di Torquato Tasso, a Milano si era esibita nei festeggiamenti in onore di Giovanni d'Austria, il vincitore di Lepanto e nel 1574, a Venezia, gli
attori dei Gelosi
avevano recitato di fronte a Enrico III.
Prima donna dei Gelosi era allora la ferrarese Vittoria Piissimi che, con l'arrivo dell'Andreini, preferì abbandonare la Compagnia nel 1580, quando il suo successo personale era ancora incontestato.
La compagnia dei Gelosi, per la loro elevata professionalità, va tenuta distinta, insieme con altre - per esempio quelle dei Fedeli, degli Accesi, dei Confidenti, dei Desiosi - dalle numerose compagnie di saltimbanchi che improvvisavano i loro spettacoli nelle piazze dei mercati o nelle osterie. Nel 1571 aveva recitato in Francia davanti a Carlo IX, nel 1572 aveva presentato eccezionalmente un testo d'autore come l'Aminta di Torquato Tasso, a Milano si era esibita nei festeggiamenti in onore di Giovanni d'Austria, il vincitore di Lepanto e nel 1574, a Venezia, gli
La Compagnia dei Comici Gelosi, dipinto: Hieronymus Francken il Vecchio: Isabella sarebbe la giovane donna in primo piano |
Prima donna dei Gelosi era allora la ferrarese Vittoria Piissimi che, con l'arrivo dell'Andreini, preferì abbandonare la Compagnia nel 1580, quando il suo successo personale era ancora incontestato.
Isabella Andreini Come autrice viene, a torto, ricordata soprattutto per la
favola pastorale "La Mirtilla", fortemente ispirata all'Aminta tassiana, scritta
in età giovanile ma edita solo nel 1588. Dagli anni Novanta del Cinquecento fino
alla morte scrisse e pubblicò numerose rime (più di 500 tra sonetti, madrigali,
sestine, canzonette, scherzi, egloghe ecc.) sia in Italia che in Francia. Morì a
Lione per complicazioni dovute ad un parto durante il viaggio di ritorno in
Italia dopo una lunga tournée francese, in occasione della quale era stata
applaudita dall'intera corte di Francia. Ai suoi funerali, la popolazione le
diede l'ultimo saluto con grande commozione.
Poesia:
Oltre alle poesie, confluite nelle tre edizioni delle "Rime" (1601, 1603, 1605), della sua attività letteraria restano i "Frammenti" (1616) e le "Lettere" (1607), raccolte pubblicate postume dal marito.
Molto bella, la Andreini fu cantata, oltre che da Torquato Tasso, da Giambattista Marino che le dedicò più sonetti, alcuni dei quali inclusi nelle edizioni delle "Rime", mentre Gabriello Chiabrera la definì "saggia tra ‘l suon, saggia tra i canti".
Bibliografia:
Francesca Romana de' Angelis, La divina Isabella. Vita straordinaria di una donna del Cinquecento, Firenze, Sansoni 1991 ISBN 8838312486
Stefano Mazzoni, Genealogia e vicende della famiglia Andreini, in Origini della Commedia Improvvisa o dell'Arte. Atti del convegno di studi (Roma-Anagni, 12-15 ottobre 1995), a cura di M. Chiabò e F. Doglio, Roma, Torre d'Orfeo, 1996, pp. 107-152.
L'arte dei comici. Omaggio a Isabella Andreini nel quarto centenario della morte (1604-2004), a cura di G. Guccini, «Culture teatrali», (primavera 2004), n. 10.
Rime. Isabella Andreini. A cura di Nunzia Soglia, collana "Le civiltà leterarie", Edisud Salerno, 2014 ISBN 9788898257140
Poesia:
Oltre alle poesie, confluite nelle tre edizioni delle "Rime" (1601, 1603, 1605), della sua attività letteraria restano i "Frammenti" (1616) e le "Lettere" (1607), raccolte pubblicate postume dal marito.
Molto bella, la Andreini fu cantata, oltre che da Torquato Tasso, da Giambattista Marino che le dedicò più sonetti, alcuni dei quali inclusi nelle edizioni delle "Rime", mentre Gabriello Chiabrera la definì "saggia tra ‘l suon, saggia tra i canti".
Bibliografia:
Francesca Romana de' Angelis, La divina Isabella. Vita straordinaria di una donna del Cinquecento, Firenze, Sansoni 1991 ISBN 8838312486
Stefano Mazzoni, Genealogia e vicende della famiglia Andreini, in Origini della Commedia Improvvisa o dell'Arte. Atti del convegno di studi (Roma-Anagni, 12-15 ottobre 1995), a cura di M. Chiabò e F. Doglio, Roma, Torre d'Orfeo, 1996, pp. 107-152.
L'arte dei comici. Omaggio a Isabella Andreini nel quarto centenario della morte (1604-2004), a cura di G. Guccini, «Culture teatrali», (primavera 2004), n. 10.
Rime. Isabella Andreini. A cura di Nunzia Soglia, collana "Le civiltà leterarie", Edisud Salerno, 2014 ISBN 9788898257140
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